L’importanza dell’attività fisica in tutte le fasce di età.
Rispetto all’importanza di svolgere attività fisica, più o meno consapevolmente, si rischia di incorrere in alcuni luoghi comuni tipo:
- I bambini devono solo giocare. A praticare sport ci penseranno quando saranno adulti.
- Praticare attività fisica? Con tutta quella che svolgo in casa per seguire i figli e le faccende domestiche, credo proprio di non averne bisogno!
- È meglio muoversi, lo so, ma sono già dolorante per gli acciacchi di vecchiaia come posso pensare di iscrivermi ad una palestra come un adolescente?
- Lo sport mette di buon umore? Non credo proprio!
- Camminare un’ora per consumare 300 calorie. Tutta questa fatica per così poco?
In realtà, pur di non fare fatica, adduciamo svariate scuse, impigrendoci sempre di più, rinunciando a ciò che la ricerca scientifica sostiene essere un aiuto indispensabile per la nostra salute.
Un fisico in forma è più resiliente nel senso che reagisce agli stress ed alle malattie in modo più efficace rispetto ad una persona che non si allena. Oramai lo affermano numerosi ricercatori e non solo quelli legati al contesto sportivo. Fare movimento è un’arma incredibile di prevenzione di svariate patologie comuni, da quelle cardiovascolari al diabete ai tumori. Infatti è sempre più spesso prescritto come terapia complementare alle cure farmacologiche.
Come si può definire lo sport?
Sul dizionario leggiamo: l’insieme delle attività fisiche e mentali compiute al fine di migliorare e mantenere in buona condizione l’intero apparato psico-fisico umano.
Finalmente anche la costituzione italiana, nell’articolo 33, cita testualmente:
“la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva”
Il concetto di “ben essere” è quindi presente nel significato stesso del vocabolo, per questo probabilmente l’esercizio dello sport ha origini molto antiche.
La civiltà cinese
La civiltà cinese ha iniziato a praticare attività atletiche fin dal 4.000 a.C., prediligendo la ginnastica e le cosiddette arti marziali. In Egitto, al tempo dei faraoni, molte erano le attività sportive praticate a scopo prettamente ludico quali la lotta, il pugilato, il nuoto, l’atletica, i giochi con la palla. Lo sport raggiunge la sua massima espressione nell’antica Grecia. Corsa, salto in lungo, lancio del giavellotto e del disco, corse con i carri, pentathlon sono alcune delle attività fisiche più amate fino a quando, nel 776 a.C., nascono i Giochi Olimpici in onore di Zeus.
I romani
Anche i Romani si dimostrano appassionati di sport raccogliendo l’eredità del mondo greco. La competizione fisica è esaltata durante i ludi, termine derivato dall’etrusco. Lo sport perde nel tempo il carattere di sacralità e di rito proprio dei Greci assumendo invece il valore di spettacolo e d’intrattenimento collettivo.
Questo breve excursus nel passato dimostra che praticare sport è insito nella natura dell’uomo, la risposta più istintiva al bisogno di sentirsi in forma e migliorare il proprio stato fisico.
Ippocrate (460 a.C.-377 a.C.) è considerato il padre della medicina e sosteneva che:
“se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute”.
Già Ippocrate quindi ammoniva i Greci e indicava loro che l’attività fisica apporta i benefici sperati solo se praticata con una certa regolarità nel tempo. All’estremo opposto, praticare sedute di allenamento eccessivamente faticose e con frequenza elevata non è salutare.
Impariamo quindi come praticare la giusta dose di esercizio fisico, proprio come si insegnava nell’antichità!
Fare attività fisica, movimento può salvarci la vita.
Studi recenti dicono che: una regolare attività fisica potrebbe, da sola, abbattere la mortalità europea del 7%. Il doppio di quanto si otterrebbe se si riuscisse ad eliminare il problema dell’obesità in Europa. E tuttavia, secondo un’indagine dell’ISTAT del 2015 emerge che ben il 39% della popolazione italiana non pratica alcuna attività sportiva. Un numero impressionante di persone, oltre 23 milioni, vive una vita sedentaria con gravi conseguenze per la salute.
A fronte di questo dato negativo, però, oltre 20 milioni di persone, un po’ più di 1 italiano su 3 (il 34%), dichiarano di praticare uno o più sport con continuità (24,4%) o saltuariamente (9,8%) con percentuali più alte per gli uomini che per le donne. La pratica dello sport è massima tra i ragazzi di 11-14 anni e diminuisce con l’età. Inoltre sono state identificate differenze significative in base al livello d’istruzione; pratica sport più della metà dei laureati a fronte del 7,3% di chi ha conseguito la licenza elementare o non ha titoli di studio.
Ma cosa si può fare per stimolare le persone a svolgere attività fisica?
La ricerca indica che i risultati più promettenti si ottengono con i programmi di educazione alla salute all’interno della scuola. Tanta attenzione alla scuola è giustificata sia dagli effetti duraturi che si ottengono educando i bambini a considerare l’attività fisica una componente abituale della vita quotidiana sia dall’aumento della sedentarietà, con conseguente incremento di sovrappeso e obesità, tra i giovani.
Le autorità sanitarie internazionali consigliano per i bambini e i ragazzi tra i 5 e i 17 anni almeno 60 minuti al giorno di attività cui aggiungere esercizi per la forza (come giochi di movimento o discipline sportive) almeno tre volte la settimana. Inoltre l’International Council of Sport and Physical Education dell’UNESCO, pone l’accento sulla “quantità” di attività fisica necessaria per un adeguato curriculum educativo. Questa deve essere pari ad almeno un sesto del tempo scolastico totale. In quasi tutti i paesi europei, l’educazione motoria, fisica e sportiva è una priorità in tutto il percorso scolastico.
L’Italia fanalino di coda.
L’Italia è sempre stata il fanalino di coda: l’educazione fisica nelle scuole – primaria su tutte – è quasi un oggetto misterioso. Il risultato è che l’attività fisica è quasi assente. E l’assenza di un ruolo curricolare per il laureato in scienze motorie nella scuola primaria ne è un esempio. Tuttavia negli ultimi anni i governi hanno dimostrato una maggiore sensibilità al tema. Infatti all’interno delle ultime finanziarie si trovano fondi per l’attività sportiva dei giovani dai 5 ai 17 anni. L’obiettivo è “creare un nuovo modello di welfare basato sulla prevenzione e su stili di vita corretti”. I provvedimenti di volta in volta adottati vanno dalla possibilità di detrarre nella dichiarazione dei redditi una percentuale della somma sostenuta per l’iscrizione dei figli ad associazioni sportive, palestre e piscine. Fino a crediti d’imposta per interventi di restauro e ristrutturazione d’impianti sportivi.
I giovani che fin da piccoli imparano a inserire l’attività sportiva nella loro vita quotidiana saranno adulti più propensi a fare sport, con una maggiore attenzione allo stile di vita e al benessere generale. Quindi è necessario fare più attività fisica fin da piccoli.
Per l’Italia il traguardo europeo è ancora lontano ma sono stati fatti importanti passi avanti verso un traguardo sociale di salute.
Kinestudio di Piero Congedo propone piani di allenamento individuali, con un personal trainer, abbinati a trattamenti manuali preventivi o terapeutici ( su prescrizione del medico) personalizzati. Questi sono finalizzati alla prevenzione e al miglioramento del benessere fisico della persona.
Il Professor Piero Congedo è un preparatore atletico diplomato all’ISEF presso l’Università di Urbino. Ha una Laurea Magistrale in Scienza e Tecnica dello Sport e dell’Allenamento conseguita presso il SUISM di Torino.
Inoltre è Massoterapista, Osteopata ( D.O.) e terapista shiatsu.