controllo della propria verticale
Cosa è la propriocezione?
Propriocezione deriva dal latino ( proprium = proprio) e significa “ricezione dei segnali propri”, cioè provenienti da strutture proprie.
I segnali propriocettivi nascono infatti dai sensori presenti nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni e rappresentano il canale sensoriale più importante. Senza di essi possono esistere solo movimenti lenti e impacciati che richiedono lunghissimi allenamenti ed il continuo controllo della vista per essere effettuati.
I sensori propriocettivi sono in grado di trasformare la deformazione meccanica dovuta alla pressione, allo stiramento ed alla tensione in segnali elettrici e di inviarli attraverso le fibre nervose al midollo spinale. Questi segnali risalgono quindi fino al “cervello profondo”, strutture nervose che rimangono al di sotto dei livelli della coscienza (sottocorticali).

Solo un segnale su un milione tra quelli che arrivano al “cervello profondo” raggiunge il livello cosciente (proprio percezione) ed è responsabile del senso di posizione e di movimento di un’articolazione (sapere ad esempio qual è la posizione di una mano ad occhi chiusi).
La maggior parte del flusso dei segnali propriocettivi (archeo propriocezione) si ferma a livello del “cervello profondo” cioè a livello delle strutture più primitive e arcaiche del sistema nervoso, presenti in tutti i vertebrati, da cui dipendono la qualità, la fluidità, la sicurezza dei movimenti, la postura e la gestione dell’equilibrio e che non sono sotto il dominio della coscienza.

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Come affrontare il Rischio di caduta
Equilibrio e stabilità
Numerosi fattori influenzano il rischio di caduta. Tra quelli ambientali ricordiamo la scarsa luminosità, le calzature inadatte e l’ambiente domestico. Altri fattori determinanti sono: l’età, il sesso femminile, la ridotta forza muscolare, disturbi dell’equilibrio, riduzione della capacità visiva e l’uso di più farmaci contemporaneamente.
Una ridotta stabilità monopodalica rappresenta uno dei principali fattori di rischio. È importante sottolineare che l’80% dei movimenti umani avviene in appoggio su un solo arto: da questo dipendono l’efficacia, la fluidità e la sicurezza di movimenti come camminare, correre, salire o scendere le scale.

Il grafico in alto, e i due video, mostrano la riduzione del rischio di caduta con guadagno di stabilità e controllo posturale ad occhi chiusi ottenuto da una donna di 80 anni, dopo 12 sedute di allenamento visuo-posturale mediante tecnologia Delos system.
La prevenzione è importante, verifica il rischio di caduta presso Kinestudio, compila il form e prendi appuntamento per uno screening visuo-propriocettivo.
i 5 test di valutazione
Screening propriocettivo
Si tratta di 5 test che indagano l’influenza dell’informazione propriocettiva, visiva e vestibolare sul controllo posturale e sul movimento in varie situazioni sensoriali e di appoggio (statico e dinamico, monopodalico, bipodalico, seduto e marciando sul posto).
Lo screeening prevede una valutazione propriocettiva e visuo-propriocettiva del cliente.
Test di valutazione | Durata | Descrizione |
1. Test di Riva statico (propriocettivo)(monopodalico) | 3’15” | Valuta il controllo propriocettivo, il rischio di caduta, il rischio infortuni e in che misura la stabilità del soggetto è dipendente dall’informazione visiva. |
2. Test di Riva dinamico (visuo-propriocettivo)(monopodalico) | 6’45” | Valuta il controllo visuo-propriocettivo e l’entropia del soggetto. È composto da prove senza vincoli, con vincolo arti superiori e con vincolo totale. |
3. Test di Fukuda-Alpini (marcia sul posto) | 50” | Valuta la stabilità della testa e la coordinazione testa-tronco durante la marcia sul posto in differenti condizioni sensoriali (occhi chiusi e aperti) |
4. Test stabilometrico (bipodalico) | 2’30” | Valuta la stabilitàposturale in appoggio bipodalico in differenti condizioni sensoriali |
5. Test di Riva dinamico seduto | 5’30” | Valuta la stabilità funzionale e le strategie di controllo posturale del rachide |
Ma perché la propriocezione è fondamentale?
Qui sotto potete leggere un approfondimento con alcune considerazioni del dott. Riva.


Considerazioni del dott. riva
Quando al dott. Riva viene chiesto perché i segnali propriocettivi, che raggiungono il livello cosciente siano soltanto uno su un milione egli risponde formulando una domanda:
è utile che il presidente di una grande azienda multinazionale sia mantenuto al corrente, minuto per minuto, di come varia la produzione nei vari stabilimenti sparsi nel mondo?
Sicuramente no, i suoi compiti sono altri.
Allo stesso modo la corteccia cerebrale, che si è formata in un momento successivo rispetto ai centri arcaici più profondi, riceve solo quella piccola parte di segnali che le sono utili per essere al corrente di cosa succede e che è in grado di gestire compatibilmente con i suoi tempi di elaborazione.
Ricevere più segnali non aggiungerebbe nulla al suo livello di coscienza, perché non sarebbe sufficientemente veloce per elaborarli e l’accesso di informazioni manderebbe in crisi il sistema.
I centri nervosi più antichi, che l’uomo condivide in gran parte con gli altri vertebrati, erano perfettamente in grado di assolvere ad un raffinato controllo del movimento, dell’equilibrio e della stabilità articolare ben prima che comparisse lo sviluppo delle aree corticali tipiche dell’uomo.
È quindi ovvio che il massimo livello funzionale per svolgere le funzioni di mantenimento dell’equilibrio, posturali, di controllo di gran parte dei movimenti sia stato raggiunto in assenza delle strutture corticali.
(tratto da “Ghepardi da salotto” di Dario Riva Edizioni Kemet 2018)
Infine ricordiamo che Kinestudio propone anche trattamenti manuali di massoterapia, osteopatia e digito pressione shiatsu (metodo IOKAI).
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Se hai problemi di instabilità ed equilibrio, o vuoi conoscere la tua esposizione al rischio di caduta puoi richiedere una valutazione visuo-propriocettiva. Eventualmente si può predisporre un piano di allenamento propriocettivi ad alta frequenza secondo il Riva method presso il nostro studio a Pallanza, in provincia di Verbania.
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